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Visualizzazione dei post da agosto, 2023

Come cambiano le percezioni nel tempo

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  Qualche giorno fa pensavo, come spesso mi capita, al passato. Stavo riflettendo sulle pieghe che la vita aveva preso a seguito di alcune decisioni cruciali, però pensavo anche che il tempo, a volte, ci inganna, fornendoci delle impressioni che a posteriori fatichiamo a capire come siano state elaborate in determinati momenti. Cerco di spiegarmi meglio, anche se non è così semplice, devo entrare nella mente del "serial killer", quindi non si tratta di un percorso semplice, la logica è spesso contorta e il pensiero astratto domina quel poco di raziocinio che cerco di riscontrare nel percorso che mi ha condotto fino a qui. Senza tralasciare il fatto che, vivendo spesso di ricordi, almeno quando la testa è un pò più libera da pensieri di tipo organizzativo, trovare un filo conduttore che mi permetta di spiegare le mie riflessioni diventa quantomai complicato. Ecco, questo sta già mettendo le mani avanti, potrebbe dire un lettore che non mi conosce, eppure dietro una certa imper

YAKUZA LIKE A DRAGON

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  YAKUZA LIKE A DRAGON Impressioni sul gioco 97 ore e 37 minuti. Non so perché ma i numeri sopra riportati, che corrispondono al tempo che ho passato su questo gioco, mi richiamano alla mente il discorso maranza che fa Vin Diesel nel film del 2001 "Compagnie pericolose", quello sulle 500 risse: "500 risse e poi puoi essere considerato uno a cui portare rispetto. Servono per fare esperienza, per indurire la scorza; e così ho cominciato (...)". Ecco, non dico che servano 500 scazzottate per apprezzare il sistema di combattimento a turni di questo gioco (stile rpg), devo però ammettere che c'è voluto un pò per abituarsi a questo cambio di ritmo, abituato com'ero all'immediatezza degli altri Yakuza, dove durante le risse si pigiavano i tasti del controller senza troppe strategie, sperando di inanellare la sequenza combo corretta...     Ma partiamo dall'inizio, come si dovrebbe fare. Intanto abbiamo un protagonista diverso, rispetto ai capitoli preceden

L'orologio

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  L'orologio     Un'altra mattina. La solita banchina. Poche anime che come lui si alzavano presto per andare al lavoro. Il treno era come sempre in ritardo e lui era immerso nei consueti pensieri quotidiani. Era un uomo realizzato: un buon lavoro, una moglie devota, un figlio che adorava. Eppure si sentiva incompleto, irrealizzato. Come se, mentre era intento a prendere un treno tutte le mattine, avesse a un certo punto perso il treno della propria vita. E mentre guardava le stanche lancette dell'orologio appeso al grigio muro della stazione, pensava a come sarebbero state le cose se avesse preso altre decisioni e fatto scelte diverse. Quel vecchio oggetto era l'incarnazione dei suoi rimpianti: l'uomo lo pregava ogni mattina di dargli una seconda scelta, di farlo tornare indietro di venti anni, mantenendo inalterate la sua coscienza e le sue esperienze. Sarebbe voluto ritornare a un periodo in cui si sentiva pronto ad affronta

Ritorno a casa

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  Ritorno a casa   Il treno stava arrivando, la voce metallica ed impersonale lo aveva annunciato da pochi secondi. Lui era sulla banchina, in mezzo alla gente abbronzata e silenziosa che si preparava per il ritorno a casa. Lei era lì, accanto a lui, mezza addormentata, lo sguardo assente e distante. Sentiva la sua presenza ma la percepiva come vacua, sfocata, quasi Lei fosse un fantasma che si trovava per caso a condividere un pezzo di banchina insieme a Lui. Si ritrovò a pensare che i quattro giorni passati insieme si erano conclusi come sette anni prima. Un nulla di fatto. Ma questa volta qualcosa era cambiato. Loro erano cambiati. Le loro vite avevano preso due pieghe diverse ed ormai erano due binari che non si sarebbero più incontrati. Eppure aveva sperato fino all’ultimo in un gesto, una parola che gli avrebbero fatto capire che erano le stesse persone di quell’estate lontana, indecise

Come la serie Ryū ga Gotoku mi appassioni tanto per dei buoni motivi...

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  YAKUZA: LIKE A DRAGON ( Guarda papà sono un drago!! P.s.: non è la traduzione... ) Ovvero: come la serie Ryū ga Gotoku mi appassioni tanto per dei buoni motivi...   Ricordo ancora, era l'autunno del 2008, un periodo della vita travagliato, fatto di molte esperienze e anche di cambiamenti che avrebbero segnato il resto della mia esistenza.  Non avevo ancora rivisto la mia futura moglie e frequentavo una donna separata molto più matura e grande di me, era quasi una fidanzata-chioccia e sebbene l'amassi tanto, capivo che con lei non avrei avuto un futuro, almeno non quello che prevede di costruire una famiglia insieme, dal momento che lei aveva già due figli grandi. C'erano diversi segnali che mi facevano vacillare, ma ancora non avevo realizzato che si rendeva necessario dare una svolta definitiva alla mia vita.  Proprio il secondo capitolo di questa serie di giochi mi ha dato la forza per cominciare una nuova esistenza e lasciarmi tutto alle spalle, un pò come il suo prot