YAKUZA LIKE A DRAGON

 

YAKUZA LIKE A DRAGON

Impressioni sul gioco


97 ore e 37 minuti.

Non so perché ma i numeri sopra riportati, che corrispondono al tempo che ho passato su questo gioco, mi richiamano alla mente il discorso maranza che fa Vin Diesel nel film del 2001 "Compagnie pericolose", quello sulle 500 risse: "500 risse e poi puoi essere considerato uno a cui portare rispetto. Servono per fare esperienza, per indurire la scorza; e così ho cominciato (...)".

Ecco, non dico che servano 500 scazzottate per apprezzare il sistema di combattimento a turni di questo gioco (stile rpg), devo però ammettere che c'è voluto un pò per abituarsi a questo cambio di ritmo, abituato com'ero all'immediatezza degli altri Yakuza, dove durante le risse si pigiavano i tasti del controller senza troppe strategie, sperando di inanellare la sequenza combo corretta...    

Ma partiamo dall'inizio, come si dovrebbe fare. Intanto abbiamo un protagonista diverso, rispetto ai capitoli precedenti: Ichiban Kasuga. Non voglio fare spoiler ma ha un destino abbastanza simile a quello del suo illustre predecessore Kazuma Kiryu. Anche lui è un ex yakuza che ha scontato un (lungo) periodo di prigionia per un crimine che non ha commesso e che si ritrova dopo anni nel suo quartiere dove deve sistemare alcune situazioni un pò spinose, con l'aiuto di personaggi che, come lui, hanno avuto fortune alterne nelle loro esistenze. 

A dire il vero ho impiegato un pò ad "affezionarmi" a questo nuovo personaggio, soprattutto perché all'inizio sembra un pò stupidotto e anche troppo sopra le righe; per fare sempre un paragone con il precedente, Ichiban risulta troppo impulsivo, mentre Kazuma faceva della calma la sua caratteristica principale. Ma quando poi si scopre che ha un grande cuore e inoltre è anche un pò caXXone, nel senso buono, allora si comincia a patteggiare per lui e per le vicende che lo coinvolgono, con un cast di aiutanti sempre più variegato e che hanno un "peso specifico" nei combattimenti, dal momento che partecipano attivamente alle battaglie.

 

In ogni caso, una volta che si comincia a padroneggiare il sistema di combattimento, tutto diventa più semplice e immediato e la storia decolla, con alcune sub-quest decisamente divertenti, come la raccolta delle lattine o la scuola dove prendere le certificazioni, che richiede anche un certo grado di cultura, prevedendo domande sulla passata produzione videoludica di Sega (occhio a Sonic!)...

Devo anche ammettere che lo avevo inizialmente giocato su Xbox One, dove la grafica era particolarmente bruttina, nonostante fosse stato realizzato per poter girare anche su tale macchina. In particolare si notava un effetto sgranato, tipico di alcuni giochi del passato per PS1 e PS2, che era probabilmente dovuto al fatto che erano presenti tante cose contemporaneamente sullo schermo, però la console faticava a supportare una risoluzione accettabile. Si poteva giocare, però l'effetto era alquanto bruttino. Per questo motivo l'ho abbandonato subito dopo averlo cominciato...

Con il passaggio su console di ultima generazione il discorso cambia completamente: la grafica migliora drasticamente, se poi si ha anche un pannello 4K, allora si apprezzano in particolare la fluidità e la risoluzione. C'è poco da aggiungere, per noi videogiocatori di vecchia data la grafica conta, al di là di quanto ci venga detto sulla giocabilità dei titoli... Rimane sempre il biglietto da visita delle produzioni, poi, sicuramente, se non ci sono contenuti a supportarla dà presto a noia. Però se, come in questo caso, si è appassionati dei mondi creati da  Ryu Ga Gotoku Studio, con le loro trame fitte e articolate, a metà strada tra il serio e il parodistico, soprattutto per alcune trovate demenziali collegate alla cultura orientale che fanno sorridere, se prese nel verso giusto, allora stiamo parlando di uno dei migliori giochi mai realizzati, che terrà incollati al video per tante ore, almeno una cinquantina solo per finire la storia principale.

Inoltre, ciò che dà un'indicazione del fatto che mi sia piaciuto un gioco, è il numero di trofei che ho accumulato giocandoci: in questo caso specifico sono quasi al 90%, quindi direi che potrebbe essere un buon indice di quanto mi abbia appassionato... Diciamo che da 65% in su reputo il gioco molto buono, da 85% in su lo considero un capolavoro...

L'unico problema di questi giochi è che prima o poi finiscono... Nel mio caso la fine è dovuta alla difficoltà inumana richiesta per portare a termine la battaglia nella Millenium Tower finale. Pur avendo tutti i personaggi sviluppati al massimo livello e nonostante l'esperienza accumulata nelle 500 e passa risse precedenti, non riesco ad andare oltre il secondo scontro e non sono nemmeno un (video)giocatore così inesperto... Peccato veramente per tale sbilanciamento di difficoltà finale, che però non incide sulle vicende narrate, essendo parte di una sub-quest accessoria. 

Conclusioni

Sono di parte, ho iniziato con la saga di Yakuza ben 15 anni fa e da allora non ho più smesso. Certo, non tutti i capitoli sono stati al livello di questa produzione del 2020, però molti titoli mi sono rimasti nel cuore, in parte perché sono un appassionato della cultura e delle ambientazioni giapponesi, in parte perché mi sono affezionato a Kazuma Kiryu, un personaggio eccezionale sotto tutti punti di vista, che era l'ex-yakuza originale. In questa produzione compare anche in un piccolo ruolo che non voglio spoilerare e nonostante il carisma straripante del suo predecessore devo ammettere che il buon Ichiban, che qui riveste il ruolo di protagonista indiscusso, alla fine non sfigura affatto, anzi non vedo l'ora di iniziare una nuova avventura che lo riguardi (anzi sembra proprio che nel prossimo Like a Dragon: Infinite Wealth avremo la possibilità di giocare con entrambi)... 

Consigliatissimo a chi ama le storie complesse, ricche di colpi di scena, con ambientazioni urbane moderne sullo stile orientale, con l'unica pecca di avere a disposizione tante ore (almeno un'ottantina) per poterlo sviscerare completamente.

 



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