Memorie di un (video)giocatore old gen
Aggiornamento (del 22/08/2023)
In questi giorni, lo scrivo per i due o tre lettori che mi seguono, sto tornando su questo Blog che ho tralasciato, a causa di varie vicissitudini occorse, per un lungo periodo di tempo... Nonostante siano colpevolmente trascorsi alcuni anni (!) da quando ho buttato giù i miei pensieri, mi ritrovo sempre in quanto ho scritto, diciamo che non mi difetta la coerenza...
Più che altro si sta ancora più estremizzando quanto ho già scritto nei paragrafi precedenti: ormai la grafica si avvicina al fotorealismo e anche le moderne periferiche di input dei comandi, i cosiddetti controller, sono mappati in modo da permettere un'interazione pressoché totale con i mondi (video)ludici che ci sono proposti.
Però, come nel caso di questo post, col senno di poi mi vengono in mente i motivi del perché dovevamo utilizzare la fantasia per colmare le lacune che volenti o nolenti si palesavano durante le prime esperienze videoludiche, soprattutto di stampo casalingo. I suddetti giochi che si trovavano in edicola, erano accompagnati da delle riviste che definire spartane era far loro un complimento, avendo delle descrizioni ridotte all'osso di ciò che poteva essere la trama dei videogiochi che erano presenti sulle cassette, spesso senza nemmeno una foto, magari era presente un disegno, a volte anche poco chiaro. Spesso, come poi ho scoperto solo anni dopo, si trattava di giochi originali che erano copiati illegalmente e aggiunti un pò a caso sui nastri delle cassette, quindi chi scriveva sulle riviste non poteva nemmeno rifarsi troppo alle storie autentiche per non incorrere in problemi di natura legale.
Quindi mancavano i riferimenti ai giochi, non erano presenti i manuali, non si sapevano nemmeno quali erano i tasti deputati allo svolgimento delle azioni... In più, ovviamente, i giochi non erano tradotti, quindi c'era anche lo scoglio linguistico, se non si masticava un pò di inglese, visto che era la lingua principale di tutte le produzioni che passavano sui nostri piccoli schermi TV... Certo, la barriera linguistica poteva essere, come nel mio caso, un incentivo a studiare la lingua di albione.
A parte tutto ciò però il fascino di prendere i nostri home computer, attaccarli al televisore con le "scatolette" che c'erano allora per modulare il segnale con quello dell'antenna TV, inserire le cassette nei mangianastri dedicati e attendere il caricamento dei giochi, per i quali ci volevano diversi minuti, a volte nell'ordine della decina, non aveva prezzo! Spesso mi leggevo il mitico Topolino durante quegli intervalli di tempo, giusto perché non si sapeva mai con certezza quando sarebbero terminati i caricamenti... Ora tutto ciò si è perso, non si attende più, dopo pochi secondi il gioco è subito disponibile e fruibile... Ricordo i pomeriggi autunnali, quelli grigi, magari di sabato, quando mi mettevo sul tavolo del tinello a provare le cassette recuperate in edicola, sperando di trovare chissà quali perle nascoste...
Una vita fa, purtroppo, tanta acqua è passata sotto i ponti da allora...
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