Diventare papà

Il primo post sul blog che ho deciso di aprire riguarda questa nuova avventura che sto intraprendendo da ormai quattro mesi e mezzo.
A dire il vero (complici le numerose visite, le spese per trio e lettino, l'organizzazione degli spazi in casa, ecc.) è iniziata un pò prima, ma solo quando ho avuto tra le braccia il mio bel frugoletto ho realizzato che la condizione personale era cambiata.
Sicuramente chi è genitore da un pò di tempo dirà che è un processo normale e di cui si prende coscienza gradualmente e in maniera inevitabile.
Tutto ciò è molto giusto e molto vero però, per quanto mi riguarda, fino a quando non ho percepito quella piccola cosa "viva" che respirava placida nel mio abbraccio, avvolta in una piccola copertina, non ho realmente capito cosa ero diventato e quali responsabilità mi sarebbero toccate.
Con questo non voglio assolutamente spaventare nessuno, soprattutto i neo-papà che si accingono a intraprendere questo percorso.
Voglio solo fare capire come da una visione egocentrica ed egoistica (sebbene proiettata sugli altri) ho sviluppato nell'arco di pochi istanti un nuovo punto di vista che pone al centro del "mio" universo il piccoletto che ho generato con la moglie.
Anche la pallavolo, che mi conosce sa essere la mia grande passione, è stata completamente ridimensionata da questo evento.
Pensavo che la nascita di un figlio fosse una cosa normale, quasi scontata e che si andasse a incastrare nel quadro delle cose della vita. Invece non è stato così. Da quel giorno di Novembre le mie priorità si sono spostate su di lui e sul suo benessere, ogni altra cosa è passata in secondo piano.
Inoltre mi è anche venuta una piccola ansia sul futuro, sui mezzi che potrò fornirgli per crescere bene e in un modo (e in un mondo) migliore di quanto sia stato quello che ho sperimentato, mentre prima l'unica cosa importante era andare avanti senza farsi troppi problemi sulle condizioni economiche e sociali in cui vivevo.
In ogni caso ogni giorno è uno scoperta di qualcosa di nuovo. Lui stesso è "nuovo" come cantava Gianmaria Testa in una fortunata canzone, nel senso che anche lui deve capire come approcciarsi al mondo.
Per esempio, una cosa che ho scoperto, visto che divide il lettone con noi, quando la notte si desta per qualsiasi motivo se trova la tua mano e la stringe si addormenta all'istante, come se quel tocco lo rassicurasse e lo tranquillizzasse, facendolo automaticamente ritornare alla condizione di sonno profondo.
Guai se non trova la mano!!
Comincia immediatamente ad agitarsi e piangere.
In ogni caso è un'esperienza bellissima che consiglio a tutti.
Ci sentiamo presto...


Commenti

  1. condivido tutte le sensazioni espresse, anche s emi permetto dal dissentire che sia buona consuetudine farlo dormire nel letto, a mio modo di vedere non giova nè a lui ne alla coppia, anche se può sembrare in prima battuta una comdità soprattutto se ci sono continui risvegli notturni :-) Auguroni e non fermatevi a uno !

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  2. Ciao Gianni,
    grazie per il riscontro. Per il cosleeping cerchiamo di non abusarne ma al momento ci sembra la scelta migliore per una serie di aspetti positivi (soprattutto per il rischio di apnee notturne). A presto.

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