Fine dei giochi

 
 
L'altro giorno ho completato l'ennesimo gioco, dopo avergli dedicato poco meno di 30 ore risicate agli impegni di vita quotidiana.

Si trattava del penultimo gioco della serie Yakuza, uscito a Novembre 2023, ora rinominata Like a Dragon, che poi era il suo nome originario in Giappone, già dal primo capitolo, fin dal lontano 2005, con protagonista il grande, almeno per me, Kazuma Kiryu, uno dei personaggi meglio scritti e rappresentati nel panorama dei videogiochi moderni.

E non penso di essere l'unico a pensarlo, visto che quando Yakuza 6, uscito da noi nel 2018, ne ha decretato la (prematura) scomparsa, per essere rimpiazzato poi da un nuovo protagonista, almeno nella serie "regolare", tale Ichiban Kasuga, visto che poi sono stati anche realizzati due spin-off della serie Judgment, con un ulteriore nuovo protagonista, Takayuki Yagami, si sono levati a gran voce cori per avere nuove iterazioni che lo includessero, essendo troppo importante e inestricabilmente collegato a questa meravigliosa saga, di cui ho scritto anche da altre parti nel mio blog, per chi volesse approfondire.

Il fatto è che Kazuma è portatore sano di alcuni valori che stanno progressivamente scomparendo. La lealtà, la correttezza, il mantenere la parola data, l'impegnarsi in tutte le questioni della vita, da quelle piccole a quelle mooolto più importanti; sembrano concetti per lo più astratti e quasi buttati al vento, però sono in realtà dei principi che si fatica a riscontrare negli altri, forse perché le persone sono sempre più concentrate su loro stesse in un'ottica di individualismo ed egoismo portati alle estreme conseguenze, con in più una forte componente narcisistica e materialista che rende impermeabili e insensibili agli altri. Quindi ritrovare un personaggio, per quanto fittizio, che richiama valori antichi ma pur sempre attuali e che agisce in modo coerente a questi, come cerco di fare anch'io, nel mio piccolo, ogni giorno, non può che far presa su chi crede ancora fortemente in tali principi.

Ma senza voler fare un'apologia di Kazuma e della serie che lo vede protagonista, tanto ormai si è capito che mi piace "parecchiotto", vorrei invece soffermarmi su un'altra riflessione, che è poi quella che si collega al titolo di questo post, ovvero la difficoltà a lasciar andare un gioco al quale ci si è affezionati, anche se si tratta, come in questo caso, di un "quasi" DLC (downloadable content), ovvero di un'aggiunta, spesso a pagamento, al gioco originale. E infatti la natura ibrida di questo gioco, essendo effettivamente alla fine un pò povero per quanto riguarda i contenuti, si riflette anche sul prezzo di partenza al quale è stato venduto, ovvero una cinquantina di euro rispetto ai settanta e oltre richiesti per le produzioni più corpose. 

In ogni caso pur essendo un "ibrido" questa avventura mi è piaciuta tanto, per le solite atmosfere molto giapponesi e per la storia, volutamente meno intricata e sviluppata del solito, ma non per questo meno avvincente e coinvolgente. 

Quindi dopo averlo compilato e aver concluso quasi tutte le missioni secondarie, lasciando per ultime giusto quelle più complicate, ora che sarebbe il momento di dedicarmi ad altro, sempre tempo permettendo, trovo molto difficile abbandonare questa avventura. Sarà che ormai, data anche l'esperienza pregressa, padroneggio bene le abilità di Kazuma o che l'ambientazione è quasi una seconda casa per me, ma trovo veramente complicato staccarmi dalle strade e dalla vita di uno dei miei personaggi preferiti.

E' un pò ciò che accade quando si legge un libro che ci ha appassionato tanto, quando si arriva alle pagine finali si procede con lentezza, quasi a voler centellinare gli ultimi momenti che ci separano dalla conclusione della vicenda. E' pur sempre vero che possiamo sempre ricominciare il libro (o il gioco), anzi nel gioco si ha anche, di solito, la modalità "new game plus" che permette di iniziare nuovamente mantenendo inalterate tutte le caratteristiche che si sono guadagnate e massimizzate nel corso della prima run, quindi con un abbassamento sensibile della curva di difficoltà. Però, per quanto mi riguarda, una volta concluso un gioco, avendo poco tempo disponibile e avendo molti, troppi giochi in lista di attesa, a volte da anni, che vorrei iniziare, so già che difficilmente lo riprenderò in mano, per quanto mi rimarrà sicuramente un bellissimo ricordo, come in questo caso.

Quindi mi trovo oggi in quale fase di tristezza da abbandono che mi attanaglierà per qualche giorno, come se si dovesse salutare un vecchio amico, sapendo che le vicende della vita lo terranno lontano per molto tempo... Però le sensazioni e le emozioni provate restano scolpite nella memoria e nel cuore e mi portano, inesorabilmente, a seguire le sue nuove iterazioni, anche se, nel caso di Kazuma, so quasi per certo che la prossima, intitolata Like a Dragon: Infinite Wealth, sarà probabilmente l'ultima (e questa volta sembrerebbe per davvero).

Sayōnara kyūyū


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