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Visualizzazione dei post da 2016

Fallout 4 - Impressioni di gioco

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Per chi si avvicinasse per la prima volta in assoluto a questo ultimo (al momento in cui scrivo) capitolo di una serie molto amata e seguita urge il suddeto avvertimento: Fallout 4 è un grande gioco, in tutti i sensi, ma anche molto complesso. All'inizio è quasi spiazzante, per la mole di cose che si deve fare e per tutte le quest e subquest proposte. Ci vogliono circa 10 / 15 ore solo per capirci qualcosa e orientarsi sul dove andare e con chi interagire per proseguire nella storia (e ve lo dice uno che già padroneggia abbastanza bene le avventure create da Bethesda Soft. avendo giocato e rigiocato Fallout 3 e Fallout: New Vegas, sebbene quest'ultimo sia stato sviluppato da Obsidian Entertainment ). In particolare la mappa di gioco risulta colma di locazioni da esplorare e luoghi da scoprire che la riempiranno mano a mano sempre di più (partendo dalla spoglia situazione inziale costituita esclusivamente dal Vault 111 e consentendo poi di utilizzare l'opzione

XENOBLADE CHRONICLES X - Recensione per Wii U

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Buongiorno a tutti, tra un impegno e l’altro volevo scrivere di un videogioco per Wii U che è uscito a inizio Dicembre dello scorso anno e che mi sta entusiasmando parecchio: Xenoblade Chronicles X. Per i meno esperti faccio una breve introduzione per darvi un’idea più chiara su cosa stiamo parlando. Innanzitutto vi racconto di come è nata la mia passione per i videogiochi: ho iniziato quasi trentacinque anni fa grazie a mio padre che per Natale mi regalò il mitico VIC 20 della Commodore, uno dei primi Personal Computer accessibili al grande pubblico (quelli precedenti avevano prezzi proibitivi e non erano studiati per essere “user friendly”). Grazie a questa prima scatoletta attaccata alla tv in bianco e nero di cui disponevamo, io e mio fratello Enrico, aiutati da una grande fantasia, ci immergevamo in mondi virtuali sempre diversi e pieni di fantastiche sorprese. La grafica era ridicola (rispetto alle produzioni attuali) e l’interazione con ciò che si vedeva a sche

Person of Interest, greatest show of recent years

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There is little to do, when a show has an interesting plot, well-designed characters and stories that go beyond the case of the week and embrace a long arc of time with a non-linear development and showing surprising twists, we can only talk about a masterpiece .   Behind all this could be only a wizards like J.J. Abrams, author of Alias, Lost, of the new Star Trek films and behind other series and movies, here as producer, while the deus ex machina is Jonathan Nolan, brother of Christopher who has given so much to the imaginary, with the trilogy of the Dark Knight (aka Batman) or other pearls like Memento or Inception movies.   But back to the show in question. Let's say that gives a nod to those who have roughly forty years and have witnessed the evolution of computers since childhood from simple boxes with low memory and limited functions until modern mega processors that can do billions of operations by second and run more applications at once without (apparent

Captain America: Civil War

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Sono riuscito finalmente a vedere l'ultimo film della Marvel e devo dire che non sono rimasto deluso. A mio avviso Captain America è il personaggio che la Marvel è riuscita a delineare meglio ed è anche quello che mi ispira di più in tutto il cosidetto MCU (Marvel Cinematic Universe).  Steve Rogers è un gracile ragazzo cresciuto a Brooklyn negli anni '40, che compensa i pochi muscoli con un grande cuore e con il coraggio che lo fa affrontare gente molto più grossa e pesante di lui, per contrastarne la prepotenza ed affermare la sua idea di giustizia. Tale integrità lo porta a partecipare ad un progetto per creare un super soldato, visto che il suo desiderio più grande, da bravo americano patriottico, sarebbe servire il proprio paese durante la Seconda Guerra Mondiale. Inutile dire che va quasi tutto storto ma grazie a tale evento diventerà il mitico Capitain America, arrivando, per una serie di vicissitudini, "integro" fino ai nostri giorni. A questo punto

Person of Interest, più bel telefilm degli ultimi anni

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C'è poco da fare, quando un telefilm ha una trama interessante, dei personaggi ben concepiti e delle storie che vanno al di là del "case of  the week" ed abbracciano un arco temporale ampio e con uno sviluppo non lineare e ricco di colpi di scena e trovate sorprendenti non si può fare a meno di parlare di capolavoro. Dietro tutto questo naturalmente non poteva che esserci un geniaccio come J.J. Abrams, già autore di Alias, Lost, del nuovo Star Trek cinematografico e di altre serie e film, qui nelle vesti di produttore, mentre il deus ex machina è Jonathan Nolan, fratello di quel Christopher che tanto ha dato all'immaginario cinematografico, che comprende la trilogia del Cavaliere Oscuro (a.k.a. Batman) o altre "perle" come Memento o Inception. Ma torniamo al telefilm in questione. Diciamo che strizza l'occhio a chi ha all'incirca una quarantina d'anni e che ha assistito all'evoluzione dei computer da quando era bambino ed erano delle

Don Matteo e la voglia di normalità

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Sono sempre stato un pò schizzinoso sulle fiction italiane. Le ho sempre considerate di serie B, mal recitate e realizzate con pochi mezzi. Sono sempre stato abituato a quelle straniere, molto fracassone, adrenaliniche, con storie complesse e intrecciate, con personaggi di grande carisma e ambientazioni spettacolari e di grande respiro. Questo fino a quando non ho scoperto, tramite mia moglie, una delle più longeve e apprezzate serie programmate sulla tv di Stato, ovvero Don Matteo, con l'inossidabile Terrence Hill. E da quel giorno la seguo con trepidante attesa ogni volta che viene trasmessa. Don Matteo, a parte l'assurdità del fatto che il Comune di Spoleto (prima era Gubbio) ha un tasso di criminalità più alto di quello di Los Angeles e che senza l'intervento del prete in questione il comando dei Carabinieri presente non riuscirebbe a risolvere un singolo caso di quelli accaduti, ha una dimensione molto più umana e familiare di qualsiasi altra fiction.  I

Noi padri di oggi

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Come passa in fretta il tempo e come trascorrono gli anni velocemente... Non si tratta di un discorso "da vecchi", nè di un adagio per riempire qualche vuoto di conversazione. Siamo destinati tutti a crescere, a diventare grandi, questa è la vita, è inesorabile. Ma se ci voltiamo solo un attimo indietro e pensiamo a come eravamo solo pochi anni prima, a volte sembra che sia davvero passato un secolo per tutto ciò che ci è capitato. Non voglio però apparire più nostalgico di quanto già sono. Vorrei solo fare una riflessione su come sono cambiati i genitori (e in particolar modo i padri) negli ultimi quaranta anni, che è poi il periodo a cui posso fare riferimento per esperienza personale. Purtroppo sono uno di quelli che hanno perso il papà troppo presto (avevo solo 26 anni e lui 50) però posso dire che mio padre era già uno di quei genitori moderni, un pò come siamo noi ora, i padri degli anni 2000. Intanto non si faceva chiamare papà ma Attilio e già questo

Getting older (English translation of "Diventare vecchi" post)

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Some of you probably remember the movies respectively with Tom Berenger, Major League and Tom Selleck, Mr. Baseball, where they played professional players with some physical illnesses and forced to a near retirement. It's a bit of time, due to my age, it's happen to me about thinking of these two characters.   When I saw the movies more than a quarter of a century ago, the two players made me so tenderly and found them also a bit pathetic in their stubbornness to keep playing despite worn and felt by so many injuries and physical stress.   Even though, deep down, I always admired them for their very Japanese stoicism (in fact the film starring Tom Selleck was set in Japan) to go against the social conventions related to their old age to be still an athlete and to pursue their goal of helping with a decent performance to the success of the match, putting for the team. I also feel a little like them, in the sense that, having reached the age of forty and played vo

Becoming father (English translation of "Diventare papà" post)

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The first post of the blog I decided to start regards this new adventure I am undertaking for almost four and a half months.   Actually (due to numerous visits, the expenses for trio and cot, the organization of space in the house, etc.) it began a little before, but only when my beautiful baby was in my arms I realized that my personal condition had changed.   Surely those who are parents for awhile would say it is a normal process of which we become gradually aware and in an inevitable manner.   All this is very fair and very true, however, for me, until I've perceived that little "alive" thing placid breathing in my arms, wrapped in a small cover, I have really understood what I had become and what responsibilities will come.  I don't want absolutely scare anyone, especially new fathers who are going to take this path. I just want to make understand how from a self-centered and selfish view (although projected on others) in the space of a few s